Locandina evento GDPR

L’entrata in vigore dal 25 Maggio 2018 della nuova normativa privacy GDPR e l’aumento degli attacchi informatici subiti dalle aziende italiane (ogni anno circa del 10%) e  rendono sempre più necessaria l’adozione, da parte delle piccole e medie aziende, di una copertura contro i possibili rischi informatici che potrebbero danneggiare la loro attività.

Il rischio di un attacco informatico è un fenomeno in forte crescita tanto per le piccole e medie imprese italiane quanto per la P.A. ed i professionisti.

Questo fenomeno può compromettere la continuità del business aziendale creando danni alla reputazione dell’azienda o conseguenze legate all’aspetto finanziario e alla perdita di dati sensibili.

Per questi motivi durante l’evento verranno illustrate sia alcune tra le soluzioni informatiche più avanzate, sia alcune proposte su come assicurare la propria azienda da questi pericoli.

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (General Data Protection Regulation, GDPR) sarà valido dal 25 maggio 2018 e favorirà l’adozione completa di tecnologia, politiche e prassi per la sicurezza dei dati aggiornate per la maggior parte delle aziende nel mondo.

Il regolamento richiede alle aziende di aggiungere nuove procedure di consenso, processi di notifica, meccanismi di comunicazione e creazione di report, nonché sicurezza di rete aggiornata alla più recente tecnologia che fornisce “consapevolezza situazionale dei rischi” e “consente un’azione di mitigazione, correttiva e preventiva” praticamente in tempo reale.

Assitech.net, azienda informatica che dal 2001 offre assistenza tecnica IT, organizza insieme a Bull Insurance Brokers un incontro sul tema della cyber security e sugli aspetti tecnici e procedurali da adottare secondo il nuovo protocollo, insieme a delle proposte di copertura assicurativa per i rischi derivanti dai crimini informatici.

Interverrà anche l’avvocato Maria Roberta Perugini dello studio legale Jacobacci, che approfondirà le disposizioni in materia di adempimenti, obblighi morali e legali sulla tutela dei dati.

 

Programma:

– Responsabilità legali;

– I cambiamenti normativi in materia di protezione dei dati personali (adempimenti);

– Aspetti tecnici e procedure da adottare;

– Scenari di sinistro (Phishing, Compromissione di asset tecnologico, Furto di laptop);

– La Soluzione assicurativa:

La copertura offerta da Bull Insurance Brokers al fianco di partners di eccellenza, prevede condizioni economiche vantaggiose e garanzie esclusive quale la “Computer Crime”, che copre la perdita finanziaria a seguito del furto di denaro o titoli per mezzo di un attacco informatico perpetrato da parte di terzi, Interruzione attività/Perdita Dati causati da Errore di Programmazione e/o Errore Umano nonché un Numero Verde a disposizione per assistenza in caso di emergenza come definite nelle condizioni di polizza.

 

L’incontro si terrà Venerdì 4 Maggio dalle 9:30 presso inCOWORK Milano Montegani, in via Lodovico Montegani, 23.

L’iscrizione è gratuita, prenota subito il tuo biglietto qui

Watchguard soluzione inCOWORK

inCOWORK: Lavorare in un Coworking Con Connettività e Wi-Fi Protetti da WatchGuard

Il Cliente

inCOWORK nasce come spazio di coworking situato a Milano nel maggio 2014, da un’idea di Pietro Cotrupi, già titolare di Assitech.Net, società che eroga assistenza informatica ad aziende sul territorio lombardo.

Nello specifico inCOWORK si propone come luogo d’incontro per professionisti, freelance, startup e per chi è alla ricerca di uno spazio lavorativo, in un ambiente confortevole e di design, tecnologicamente all’avanguardia. All’interno dei suoi spazi, inCOWORK offre postazioni lavorative con scrivanie attrezzate, sale riunioni affittabili, spazi comuni, una zona break.

Il progetto di via Montegani ha subito ottenuto riscontri positivi, tanto da dare vita nel giugno 2015 a inCOWORK® Franchising, allo scopo di realizzare nuovi spazi di coworking attraverso un sistema di affiliazione, che operino secondo le buone pratiche e le modalità gestionali già testate nella prima sede inCOWORK. Oggi si contano 5 spazi inCOWORK, tra cui Milano Friuli (in via Friuli,7), Cusano Milanino (via G. Verdi 17/D) e Cernusco sul Naviglio (Via Torino 24/8), ai quali se ne aggiungeranno altri nel corso del 2018 sul resto del territorio nazionale. L’ultima apertura datata 20 novembre 2017 riguarda lo spazio inCOWORK zona Washington (a Milano, in via Salvio Giuliano 9): 650 mq per pensare, progettare, lavorare con connessioni di rete sicure ad alta velocità.

La Sfida

“All’inizio di questo progetto, ci siamo documentati sulle maggiori problematiche che i freelance devono affrontare e, lavorando come system integrator anche per altri spazi di coworking, abbiamo cercato di analizzare cosa potevamo offrire per creare uno spazio di lavoro flessibile, innovativo ma anche stimolante. Volevamo progettare un ambiente funzionale, con un design giovane e fresco, dotato di tutte le tecnologie necessarie per l’attività di ufficio, con una connettività stabile, sicura, performante, e la flessibilità neces¬saria a un ambiente così dinamico. L’infrastruttura è stata progettata ex-novo e fin da subito abbiamo puntato su soluzioni WatchGuard, in quanto come Assitech.Net siamo partner WatchGuard da 9 anni.”

– Pietro Cotrupi, fondatore di inCOWORK e titolare di ASSITECH.NET

La Soluzione

Per creare una vera e propria autostrada informatica in grado di permettere a freelance, startup, professionisti di operare senza problemi di banda o di lentezza di rete, si è optato per una connettività in fibra a 100 mb, a cui si affianca una seconda linea fibra a 1000 mb con 2 operatori diversi. Per garantire la migliore sicurezza possibile nella connessione a Internet, anche per chi si collega in modalità wireless, sono stati installati un firewall WatchGuard XTM 330 a protezione della rete e quattro access point WatchGuard AP 300 e AP 320.

Le stesse scelte sono state fatte anche per le altre sedi e oggi inCOWORK Franchising offre un format replicabile, una serie di applicazioni e modelli tra i quali i kit di soluzioni WatchGuard, proprio per rispondere all’attuale momento storico-economico e alla necessità per molti di avere un ufficio completo a costi contenuti.

Risultati

L’infrastruttura oggi garantisce a chi usufruisce degli spazi inCOWORK di lavorare con una connessione Internet altamente performante, di fare attività come audio e video conferenze o utilizzare webcam senza problemi di banda o sicurezza di sorta.

Nello stesso building di via Montegani ha sede anche Assitech.Net che ospita una server farm che eroga servizi di posta e web. Sullo stesso network convivono quindi due realtà, con esigenze differenti, e le soluzioni WatchGuard garantiscono la sicurezza di entrambe. Non solo: sulla rete transitano anche i centralini VoIP, per una decina di linee, anche queste protette da WatchGuard. Il firewall WatchGuard garantisce quella dinamicità e flessibilità per poter rispondere a livello infrastrutturale alle diverse esigenze che man mano si palesano.

 

Falla di sicurezza sui Processori

La falla che rende vulnerabili i processori
Inizialmente sembrava «solo» un problema dei processori Intel, che comunque sono installati in milioni di computer in tutto il mondo. I ricercatori hanno lanciato l’allarme: un bug nella sicurezza renderebbe Mac e Pc vulnerabili a intrusioni e all’accesso ai dati elaborati del sistema. Ma la questione è ancora più grave. Perché le falle riguardano in realtà tutti i tipi di Cpu. Oltre a Intel anche Amd e Arm. E quindi il discorso si allarga anche a dispositivi mobile, come smartphone e tablet. In pratica tutto ciò che è stato prodotto e messo sul mercato, almeno negli ultimi dieci anni, sarebbe vulnerabile a due tipi di attacchi, chiamati Meltdown e Spectre. E non si salvano nemmeno le piattaforme Cloud così come server di aziende ed enti.

Cos’è Meltdown
La falla è stata scoperta a giugno da Jann Horn, un ricercatore del Google Project Zero e da un gruppo di informatici della Rambus. Si tratta di un bug che permette potenzialmente di accedere a quella parte dei processori riservata all‘elaborazione dei dati utilizzati dai processi e rubarli. Il 3 gennaio la notizia del problema si è diffuso, ma ha coinvolto solo le Cpu Intel — installate su milioni di Pc e Mac — prodotte negli ultimi dieci anni. E sono quelle che vengono colpite da un tipo di virus chiamato Meltdown. Particolarmente problematico per i servizi di cloud come Amazon Web Service o Amazon Azure o Google Cloud Platform. Le società hanno fatto sapere di aver già provveduto a creare una patch per chiudere la falla, ma questa è comunque esistita e rimasta aperta per anni. Rendendo accessibili i dati e le password non sono salvate sui nostri computer privati ma anche nello spazio comprato sul cloud. Per quanto riguarda i Pc e i Mac che abbiamo in casa, la soluzione è quella di utilizzare una patch nel software. Sia Apple sia Microsoft hanno fatto sapere di aver già provveduto a rilasciarle. Ma questa, come abbiamo spiegato qui, riduce le prestazioni del sistema. Rallentamenti che possono andare dal 5% al 30% a seconda dell’operazione.

Cos’è Spectre
Ancora più grave è la questione riguardante la falla Spectre, resa pubblica oggi, che rende vulnerabile in pratica qualsiasi tipo di processore. Non solo quelli di Intel quindi, ma anche degli altri due più importanti produttori mondiali: Amd e Arm. E di conseguenza, mette a rischio ogni computer, smartphone, tablet esistente. Oltre che di portata vastissima, per Spectre non c’è soluzione. Meno semplice da utilizzare di Meltdown, rende però necessaria la riprogettazione delle Cpu. Si tratta di un virus che sfrutta un difetto nella produzione, e che quindi è presente sin dal 1995.

Cosa fare
L’unica cosa da fare, per i consumatori finali, è provvedere all’installazione delle patch fornite dalle società produttrici. Così da evitare almeno le intrusioni tramite la falla Meltdown. Per coloro che usano Windows 10, è necessario installare l’ultimo aggiornamento che dovrebbe risolvere il problema. Mentre i precedenti Windows 7 e 8 non hanno difese. Anche Linux ha rilasciato una patch, che però rallenta il sistema di circa il 30 per cento. Apple ha parzialmente eliminato il bug con macOS 10.13.2, ma dovrebbe rilasciare presto un nuovo aggiornamento. Per il momento comunque, non c’è nessuna prova che un hacker abbia approfittato del difetto dei processori.