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VPN: come si crea e perché serve per lavorare da remoto

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Creare un VPN (Virtual Private Network) significa instaurare una connessione privata tra soggetti dotati di diversi dispositivi mediante una tecnologia di trasporto e un protocollo di trasmissione pubblico e condiviso, quale Internet.

Il principale motivo per cui questa tipologia di rete di telecomunicazione è particolarmente adottata dalle aziende (così come da amministrazioni pubbliche) riguarda il fatto che è più economica rispetto al noleggio di reti private, consentendo in pratica di ampliare la rete centrale aziendale senza limiti e di collegare tra loro, in modo sicuro, più sedi della stessa organizzazione dislocate in aree geograficamente lontane.

In questa logica, VPN sono naturalmente utilizzati anche per permettere ai collaboratori di lavorare in smart working come se fossero in ufficio.

Cos’è una VPN

Creare una VPN vuol dire mettere a disposizione degli utenti un’estensione della rete locale privata aziendale, sfruttando l’instradamento tramite IP per il trasporto nelle varie geografie, con l’obiettivo di creare una rete Lan – Local area network virtuale e privata che, cioè, equivalga a un’infrastruttura di rete fisica dedicata.

In pratica, grazie ad una connessione VPN ci si può collegare da un client come se si fosse cablati.

A cosa serve

Creare una VPN significa poter contare su reti collegate, protette e affidabili; reti accessibili da qualsiasi parte ci si trovi nel mondo per poter fruire di qualunque servizio o applicazione resi disponibili online si abbia bisogno.

Una VPN rappresenta quindi un prerequisito imprescindibile per poter lavorare da remoto, grazie a questa tipologia di network infatti è possibile, accedere a file e cartelle come se si fosse sul proprio posto di lavororecuperare e trasferire dati sempre e ovunque e quindi procedere con la propria attività da casa senza problemi.

È ovviamente anche possibile navigare in modo sicuro (potendo quanto meno contare sulla sicurezza che si avrebbe in azienda) e veloce. La rapidità è infatti garantita (soprattutto quando si è nella propria nazione) dal collegamento a un server locale.

Come crearne una

Nelle grandi aziende la configurazione e gestione delle VPN è prerogativa del firewall, in particolare, gli UTM (Unified Threat Management) firewall offrono la possibilità di gestire questa tecnologia. D’altra parte, le organizzazioni possono utilizzare i servizi VPN messi a disposizione dagli Internet service provider che si occupano delle linee dati.

Per creare una VPN è necessario, prima di tutto, sottoscrivere un abbonamento a un servizio VPN (iscrivendosi a un servizio di DNS – Domain name system dinamico), le aziende corrispondono solitamente un canone mensile che permette l’uso del software necessario per connettersi alla rete VPN stessa (vi sono anche servizi gratuiti ma, naturalmente, le aziende che solitamente fruiscono di queste soluzioni sono obbligate per legge a tutelare la privacy dei dati e quindi valutare attentamente le offerte free).

Si deve quindi procedere all’impostazione di un indirizzo IP statico sulla macchina che ospiterà la VPN.

Una volta scaricato e avviato il software alcuni provider chiedono di scegliere il server cui collegarsi in base al Paese di appartenenza in modo da garantire il servizio migliore.

Lato utente della VPN l’utilizzo è molto semplice, basta connettersi con nome utente e password e accedere ai servizi di cui si ha necessità (impostando, naturalmente, nel menu o nelle preferenze del dispositivo che si sta utilizzando, la possibilità di connettersi a una VPN).

Come funziona una VPN per lavorare da remoto, le principali tecnologie utilizzate

Per consentire di lavorare da remoto e non limitarsi a essere utilizzato fra le mura dell’azienda, un VPN sfrutta, in sintesi, le seguenti tecnologie: tunneling, autenticazione e crittografia, controllo degli accessi.

Alla base del funzionamento di rete virtuale privata vi è infatti la creazione di un tunnel sicuro tra le entità remote che sono state abilitate a creare un VPN.

Il processo di autenticazione è poi necessario per autorizzare l’accesso e la trasmissione, il server utilizzato per il VPN deve infatti garantire il non ripudio rispondendo positivamente alla richiesta di comunicazione.

A questo punto la crittografia assicura protezione e riservatezza delle informazioni, trasformando mediante algoritmi i dati da leggibili a incomprensibili se non mediante una chiave crittografica. Attualmente è possibile optare per diversi tipi di tecniche a questo proposito: algoritmi simmetrici (cioè che utilizzano la stessa chiave sia per cifrare che per rendere di nuovo interpretabili i dati), asimmetrici (per cui sono previste chiavi diverse) e la tecnologia hashing che si basa su una funzione crittografica non reversibile per assicurare riservatezza e integrità delle informazioni.

Tra le più recenti tecnologie che consentono di crittografare i dati vi è quella basata sui reticoli (ovvero che sfrutta costrutti algebrici bidimensionali cosiddetti reticoli) che sono in grado di resistere agli schemi di calcolo quantistici.

Esiste infine la crittografia FHE – Fully Homomorphic Encryption che permette di eseguire calcoli sui file senza decifrarli in modo da rendere più veloce l’operazione di crittografia stessa.

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