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Windows 7: dal 14 gennaio aumenta il rischio hacker

windows 7

Microsoft si prepara a interrompere il supporto al sistema operativo, che rimarrà però installato nel 26% dei pc mondiali. Questo li renderà maggiormente vulnerabili ai virus. Gli esperti: “Subito upgrade e patch”

Windows 7, sistema operativo nato nel 2009, ha le ore contate: dal 14 Gennaio non si aggiornerà più. Un evento che potrebbe costar caro alle aziende, rendendole più vulnerabili agli attacchi di virus, in particolare WannaCry, ransomware che nell’ultimo trimestre del 2019 ha colpito più di 230.000 pc Windows in tutto il mondo. Questi attacchi hanno provocato la perdita di milioni di dollari, a causa della perdita di produttività, perdita di dati e hardware danneggiati.

Cybersecurity, i 5 passi da fare

Secondo Veritas Technology sono 5 gli step che le aziende dovrebbero seguire per limitare i danni in caso di prosecuzione di Windows 7 oltre i limiti:

Educare i dipendenti. Il rischio maggiore è rappresentato dai dati salvati in luoghi non protetti. È bene assicurarsi che gli utenti seguano le best practice riguardo il luogo in cui salvare i dati in modo che possano essere al sicuro; sarebbe opportuno anche eseguire delle simulazioni. Salvare dati preziosi su server centralizzati, data center o su cloud può aiutare a ridurre i rischi.

Valutare i rischi. Imparando a conoscere i propri dati: per le aziende, le soluzioni di software di insight possono aiutare a identificare dove si trovino i dati importanti e garantire che siano conformi alle policy aziendali e alle normative del settore.

Considerare un upgrade dei software. Questa non sarà una soluzione pratica per le grandi aziende nel poco tempo a disposizione – dice Veritas -, ma potrebbe essere parte di una strategia a più lungo termine. Per le Pmi, la soluzione migliore potrebbe essere semplicemente quella di fare l’upgrade dei sistemi operativi, adottandone uno che sia ancora supportato.

Installare le patch finché si può. Stando ai dati del Ponemon Insititute, il 60% di coloro che hanno subito una violazione dei dati, è stata vittima nonostante le patch per evitare queste violazioni fossero disponibili. Le aziende dovrebbero almeno assicurarsi di essere il più aggiornate possibile, finché possono. Gli utenti potranno anche acquistare aggiornamenti “ESU” da Microsoft in modo da poter accedere alle patch anche durante il periodo di migrazione verso un nuovo software.

Assicurarsi di aver eseguito il backup dei dati. Gli attacchi ransomware si basano sull’idea che pagare il riscatto sia il più economico se non l’unico metodo per ottenere nuovamente l’accesso ai propri dati, ma le ricerche mostrano come meno della metà di coloro che pagano siano effettivamente in grado di recuperare i propri file dai cyber criminali. Veritas raccomanda di applicare la “regola del 3-2-1“, secondo la quale è bene che chi possiede dei dati importanti ne abbia tre copie, due delle quali salvate su due dispositivi di diversa tipologia e una custodita in “air gap” in un altro luogo.

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